ponte san francisco
Giorno 2

Granchio e cortesia

Ciao a tutti,
prima di passare agli argomenti del giorno, volevo descrivervi un po' la casa in cui siamo ospiti. Si trova in una zona residenziale di San Francisco, a un isolato dalla spiaggia sull'oceano, in una via lunghissima (noi siamo al 1712), diritta come un righello.

La casa è divisa su tre piani con un appartamento per piano. Salita la prima rampa di scale che danno sulla strada, si entra nel nostro, che presenta una ampio ingresso con cucina, un corridoio di 5 metri dove si affacciano le tre stanze e i due bagni. A prima vista, vedere un letto in ingresso, ha destato della curiosità; lo abbiamo capito la mattina seguente che nel letto ci dormiva Heidi circondata da tende che la proteggono dalla luce (un po’ meno dai rumori).

tram SF

Come ogni cosa, la descrizione della casa ci tornerà utile, tenetela a mente per dopo. Ieri ci eravamo lasciati con noi che ci eravamo alzati alle 4 del mattino. Ecco dopo aver fatto colazione (yogurt e all-bran con uvetta) e aver assistito al rientro di Heidi dalla spiaggia, abbiamo iniziato la nostra esplorazione della città, partendo dallo scoprire che se non ci sono le classiche fermate dell’autobus: per creare la fermata dipingono di giallo un metro del palo della luce in legno e ci mettono un cartello metallico della grandezza di un post-it per dirti che autobus passano; per noi diversamente alti, lo posizionano comodamente a 2 metri e rotti di altezza, così fai pure fatica a vederlo.

Sfortunatamente la scoperta avviene a pochi metri dalla fermata del tram che dobbiamo prendere per il centro, che stavolta è senza presenze strane e si dirige a tutta velocità verso il centro. Smontiamo nel quartiere finanziario, dove, essendo oggi festa qui negli USA, invece dei soliti personaggi in giacca e cravatta, ci sono abbastanza senza tetto che si stanno svegliando. Loro si fanno gli affari loro e noi i nostri quindi arriviamo al primo museo di arte della giornata: il SFMOMA. A discapito del nome, è un famoso museo di arte moderna.

A fine mattinata, seduto a pranzo sono arrivato a questa conclusione: 1 – chiunque è artista; 2 – i disegni che faccio sul foglio quando mi rompo in riunione sono arte; 3 – se trovo qualcuno che me li compra, faccio i soldi di brutto. Dopo l’altro museo di ieri di arte e questo, inizio a lamentarmi che per tutta la vacanza di cultura moderna siamo a posto, quindi ci dirigiamo verso Chinatown dove abbiamo la geniale idea di fermarci a mangiare.

Il teorema dietro questa scelta è presto spiegato: “Se da noi i cinesi fan da mangiare decentemente a poco e sono in Italia da 40 anni al massimo, allora qua che sono da almeno un secolo, faranno da mangiare meglio e ad ancora meno”. La dimostrazione degna dell’esame di Analisi 2, ci conferma che quanto enunciato è vero, il problema sorge, quando il teorema proviamo a sperimentarlo; così evitati innumerevoli negozi di cianfrusaglia plasticosa e botteghe che vendono roba essiccata che odorano di mutande usate troppo, ci infiliamo in un localino tipico in una via laterale.

SFMOMA
china town san francisco

Primo indizio: siamo gli unici occidentali

(Pollo:”…ecco, il solito razzista, dai che si mangia bene, vedrai…”); secondo indizio: cartello “solo contanti” (P: “…ecco, sarà perché hanno il POS rotto, non che fanno il nero…”); terzo indizio: la cameriera parla solo cinese (P:”…qualche dubbio mi viene, ma le figure sui muri sono belle”). Dopo 10 minuti arriva scodella di spaghetti in brodo con ravioli lessi nello stesso brodo e due foglie di erba verde (non nota) e nell’altro piatto pezzi di carne (credo labrador, ma potrebbe essere anche gatto…) con altri spaghetti asciutti, altre foglie verdi lesse e brodo a parte. Il brodo era l’unica cosa buona, il resto era tipo saichebon allungato con acqua.

Al momento del pagamento, la cameriera confonde il nostro resto per mancia non dichiarata, ma fortunatamente la proprietaria ci viene incontro con il resto. Usciti dal negozio degli orrori, tra un emissione zero e l’altra, arriviamo al porto dove la giornata, secondo la nostra guida, dovrebbe svoltare.

In realtà ci troviamo dentro un museo di scienza dove si possono fare un sacco di esperimenti, però essendo festa, è popolato di bambini ai quali è brutto rubare il gioco, quindi per buona pace, gli dedichiamo un’ora e ci spostiamo verso l’acquario dove abbiamo l’occasione di vedere un sacco di specie di pesci che di solito vivono sopra la griglia o nella farina prima di essere fritti, mentre qui sono anche in acqua.

San Francisco porto
San Francisco porto

Un po’ delusi dalla vasca “bambini toccate la razza e lo squalo”, arriviamo a quello che è l’evento principale della giornata: la gita sulla motonave “Marinella”. La pubblifono locale, rigorosamente in tedesco, ci annuncia: “è in partenza dal molo 43 la motonaven “Marinellen”; a bordo spiegazioni di ponti e città varie con pesce fritto nell’olio del motore (bevande escluse)”. Catturati dalla golosa offerta ci fiondiamo a bordo. Sarà il mare mosso, sarà lo spuntino con granchio, quando smontiamo dall’imbarcazione, siamo in perfetta sintonia cromatica con il mare: verdi. Così per tirarci su, ceniamo al porto a base di zuppa di pesce servita nella pagnotta con coca cola per digerire il tutto.

Ripreso il nostro tram, torniamo verso casa, ma sarà il fresco della sera, sarà il pesce, Bruttone si fionda in casa, salutando i nuovi arrivati chiudendosi in bagno per 20 minuti buoni alla faccia dell’ospitalità.

Sono le 8:00 e non si sono ancora svegliati. Qualche dubbio sorge…

A domani con nuove avventure.

Bruttone & Pollo

P.S: oggi prendiamo il camper e non sappiamo se troveremo presto un wifi per scrivere.

P.P.S: Heidi la nostra coinquilina che dorme in sala, ha i capelli biondi e rosa e russa come un motore diesel da camion.