Arches parco nazionale
Giorno 17

Legge di gravitazione universale

Ciao a tutti,
Ieri al tourist info ci avevano informato del fatto che il secondo parco nazionale che volevamo andare a vedere è parecchio gettonato, quindi sarebbe meglio andarci al mattino presto oppure certi posti si sarebbe fatto fatica a parcheggiare Bronco.

Arches parco nazionale
Arches parco nazionale

Così ieri sera abbiamo puntato la sveglia, che per la seconda volta, non ha suonato. Al nostro risveglio, panico e terrore, colazione rapida, sgancio del tubo della corrente e di quello dell’acqua e via di corsa (si fa per dire) verso il parco. Arriviamo al primo posto consigliato, una magnifica camminata in discesa in mezzo ad una stretta vallata verdissima tra due monoliti di pietra rossa, per trovare il parcheggio pieno zeppo. Ulteriore panico e spremiamo Bronco come non mai, ma per il sali scendi incontriamo un acerrimo nemico di Bruttone anche quando lavora: i vecchi in macchina.

Procedono sotto il limite di velocità (che dentro al parco è già ridicolo), non mettono le frecce (che qui, quelle dietro sono rosse e già normalmente fai fatica a capire che vogliono girare) e vanno a caso dove il cuore li comanda (probabilmente a causa di un infarto dietro l’altro). Così inizia il tallonamento forzato con Bronco che si imbizzarrisce ancora più di Bruttone alla guida, ma per fortuna al secondo posto consigliato, troviamo parcheggio e iniziamo a camminare insieme all’intero reparto geriatrico locale. Il luogo è veramente incredibile, degli enormi archi di pietra scavati nella roccia dall’acqua, levigati alla perfezione con i vari strati di diversa roccia che li fanno sembrare tutto un gigantesco blocco si speck curvo.

Arches parco nazionale
Arches parco nazionale

Così superata l’ennesima coppia meno giovane di noi che vuole farci una foto mentre camminiamo riprendendoci da dietro (…mah stranezze…), decidiamo di andare a vedere l’altro arco di pietra per cui il parco è famoso. Arriviamo ed Bruttone adotta la tattica del parcheggio in centro: “Scusi, lei va via? Si, allora aspetto”. Bloccando così il traffico fino a valle nell’attesa che il nonno della situazione, recuperi dal baule non una, ma ben due bottiglie di coca cola e due di acqua, per porgerla all’altro nonno che guida, mentre aspettiamo che si decidano a mettere in moto e far manovra. Dopo una buona mezz’ora, ringraziamo per il posto, sblocchiamo il traffico e ci mettiamo a camminare.

Pollo nell’interpretare la mappa, equivoca leggermente il percorso da fare e ci incamminiamo per un percorso difficile che le indicazioni diranno di 3 ore per andare e tornare. Iniziamo a sentire puzza di bruciato, quando i cartelli ci dicono di salire per un blocco enorme di roccia, con ricavati ogni tanto dei gradini, ma dopo solo un’oretta siamo arrivati e lo spettacolo è veramente premiante. Un gigantesco arco di granito in cima ad una scarpata semicircolare in leggera discesa, che permette, con poco sforzo di arrivare fin sotto per ammirare l’opera della natura in tutta la sua magnificenza; però si deve stare attenti a non sporgersi troppo oppure si rischia di finire in un burrone di 7 metri da un lato e qualche centinaia dall’altro, però ci si deve mettere anche dell’impegno, considerato che la larghezza della parte inclinata è di circa 8 metri buoni.

Arches parco nazionale

Così mentre seduti ci riposiamo dalla fatica, ad una signora poco distante da noi, scivola la macchina foto, che prende la rincorsa lungo gli 8 metri di piano inclinato e come i compiti in classe delle superiori, accelera, accelera, fino a volare per la scarpata. La signora si mette le mani sugli occhi, noi avendo assistito alla scena, non sappiamo se disperarci per lei o ridere; nel dubbio optiamo per la terza opzione, ci cappottiamo dal ridere. Ripresi dalla scena degna di Paperissima, decidiamo di andare a dare una mano, che studiando il percorso, la scarpata dove è caduta la macchina foto è fatta tipo il guscio di un uovo e quindi scendendo di lato ci si arriva. Veniamo però battuti sul tempo da due ragazzotti locali che si fiondano in discesa e recuperano i pezzi. Riusciamo però a salvare qualcosa, quando al nonno dall’altro lato rispetto a noi, cade la bottiglia d’acqua che con l’unico cross riuscito della sua vita, Bruttone, spedisce direttamente in mano al legittimo proprietario.

Arches parco nazionale
Arches parco nazionale scoiattolo

Dopo tante emozioni e dopo aver regalato perle di scuola calcistica al pubblico locale, coperti di applausi, scendiamo dalla montagna e per recuperare la faticata, decidiamo di farci una carbonara, buttando giù quei due etti e mezzo di pasta che fanno bene alla salute.

Il pomeriggio è un bigio, triste arrancare in discesa verso il paese sotto una pioggerella leggera ma continua che ci accompagnerà fino in campeggio.

A domani

Pollo e Bruttone