Così ieri sera abbiamo puntato la sveglia, che per la seconda volta, non ha suonato. Al nostro risveglio, panico e terrore, colazione rapida, sgancio del tubo della corrente e di quello dell’acqua e via di corsa (si fa per dire) verso il parco. Arriviamo al primo posto consigliato, una magnifica camminata in discesa in mezzo ad una stretta vallata verdissima tra due monoliti di pietra rossa, per trovare il parcheggio pieno zeppo. Ulteriore panico e spremiamo Bronco come non mai, ma per il sali scendi incontriamo un acerrimo nemico di Bruttone anche quando lavora: i vecchi in macchina.
Procedono sotto il limite di velocità (che dentro al parco è già ridicolo), non mettono le frecce (che qui, quelle dietro sono rosse e già normalmente fai fatica a capire che vogliono girare) e vanno a caso dove il cuore li comanda (probabilmente a causa di un infarto dietro l’altro). Così inizia il tallonamento forzato con Bronco che si imbizzarrisce ancora più di Bruttone alla guida, ma per fortuna al secondo posto consigliato, troviamo parcheggio e iniziamo a camminare insieme all’intero reparto geriatrico locale. Il luogo è veramente incredibile, degli enormi archi di pietra scavati nella roccia dall’acqua, levigati alla perfezione con i vari strati di diversa roccia che li fanno sembrare tutto un gigantesco blocco si speck curvo.