copenaghen
Giorno 12

Christiania (Copenaghen)

oggi secondo giorno di CopenFURTOhagen card sfruttata a piene mani. In mattinata dopo essere diventati amici di Facebook della regina e esser passati a trovarla siamo entrati nel museo di Design Nazionale che è un po' più ``serio`` del precedente (non su tutto potevi sederti e non tutto lo potevi toccare); esposte le solite sedie, divani, tavoli, ratatuille (non nel senso francese del termine, ma nel senso di cianfrusaglia) varia e anche i vari cartelli stradali.

Rispettando in pieno il programma della giornata, abbiamo provato ad entrare al museo di arte moderna che però era chiuso al pubblico per una presentazione. Però ormai presi dall’impeto di andare a conoscere tutte le sfaccettature (cioè di completare il più possibile questa carta), ci siamo fermati a pranzo lungo il canale.

Ricaricate le pile, ci siamo infilati nel museo storico della marina pieno di modellini delle battaglie navali antiche e poi essendo in zona abbiamo visitato il campanile di una chiesa strapieno di scalini stretti e di cinesi che volevano scendere.

E qui nasce l’ideona per far svoltare la giornata. Dalla cima del campanile (qualche gradino più in giù, perché uno stramaledetto bambino ciccione non voleva cavarsi dalla cima, successivamente l’abbiamo visto collassato di fatica sdraiato sul prato della chiesa, credo lo abbiano sepolto li), vediamo un sacco di gente che entra in un gruppo di casermoni e il cartello del panorama (la foto dove ti dice a sinistra c’è questo, a destra c’è quello), ci informa che trattasi di “Cristiania“. Estratta l’utile guida della Lonely Planet, scopriamo che è addirittura uno dei posti consigliatissimi da visitare se uno è qui.

Christiania

Presi dall’entusiasmo della guida, ci dirigiamo a grandi passi (distanza chiesa ingresso 200 metri) verso questi casermoni. Arrivati all’ingresso vengo colto da un leggero dubbio; un mega graffito sul lato di una casa rappresenta un drago verde con delle fate. Ma non sarà certo un graffito a farci desistere. Però i signori sotto il graffito sembrano un po’ strani; vestono in modo trasandato e uno ha preso così tanto sole da avere il segno della cinghia delle ciabatte nei piedi; infatti è scalzo. Ma si, non sarà un mendicante a metterci in crisi, dopotutto siamo stati anche ad Amsterdam e lì nelle vetrine c’era ben di peggio.

Già, Amsterdam. C’è quell’odore particolare nell’aria che me la ricorda tanto…Oh guarda  delle bancarelle…ma c’è Bob Marley in tutte che vende dello strano origano (e se lo fa pagare anche tanto, 10 grammi 120 corone dice la targhetta, proprio care ‘ste spezie). A questo punto mi fermo, riprendo la guida e scopro che Christiania è una ex caserma che negli anni 70 è stata occupata da degli hippie che ne hanno fatto casa loro e nonostante sia formalmente vietato vendere droghe leggere per strada, qua c’è ne sono talmente tante da poter riempire tutti i capannoni della fiera. Mentre leggo, mi fermo, mi giro e non vedo più Pollo; presa dell’euforia di questa libertà, si è infilata in un negozio e sta discutendo con una sul prezzo di un paio di pantaloni.

Entro. Negozio più o meno normale; niente di strano, si vabbè qualche Budda qui e li, qualche “foglia di acero” giamaicano qui e li, ma più normale di quanto mi aspettassi. A parte un aspetto: la commessa.

Poche idee, le quali scarsamente connesse alla realtà, che ci spiega, in un buon inglese, che lei non è la proprietaria del negozio (la quale è a farsi una doccia…alle 4 del pomeriggio), ma solo una di passaggio che vive li nella comunità e che quindi guarda nel libro mastro, cioè un quadernino unto e bisunto, con parecchie pagine strappate anche a metà) e dopo un buon 10 minuti (intanto Pollo si era già provata i pantaloni, decisa a comprarli e ricambiata), ci comunica un prezzo, che dopo un altro minuto di lettura del libro magico cresce di 100 corone, per poi calare di altre 150. Prima del successivo rialzo della borsa internazionale del prezzo dei pantaloni, che la nostra interlocutrice sta analizzando con tanta attenzione, interrompiamo la lettura, paghiamo e usciamo.

Avrei voluto farvi volentieri la foto del posto, ma tra le numerose leggi che regolamentano questo bel quartiere (le altre tre sono: divertirsi, la vendita di droghe leggere è formalmente illegale, vietato l’ingresso alle auto) c’è anche quella di non fotografare; per un totale di 4 regole.

sirenetta copenaghen

Usciti da questo mondo di fate e gnomi chimici, ci siamo trascinati a vedere le sirenetta (una statua di bronzo buttata li a caso) e ci siamo fermati in un locale tipico per la cena (filetto di maiale alla griglia con cipolle, funghi e salsa greavy).

Bruttone “ma che cannone ha sta vecchia in mano???”
Pollo “ma è fighissimo qui!!! …però non ci mangerei”