Death Valley street
Giorno 9

Deserto anni '50

Ciao a tutti,

stamattina sveglia buon ora con il regalo da parte di Pollo del nuovo membro della truppa: Bruttone surfista. Trattasi di pupazzetto snodato da cruscotto della macchina che con le vibrazioni oscilla come se fosse sul surf (per appunto ritrae un surfista biondo, che come dice Pollo: “è uguale a te…anzi no, lui sorride, tu sei sempre “stufoso””.

Con questa perla di saggezza, scarichiamo Bronco dal carico di acque nere e grigie: ora che ho provato, capisco molte cose della mia infanzia (quando lo faceva papà) e del perché sono consigliati dei guanti (sui dettagli preferisco sorvolare). Adempiuto anche a questo compito, ci buttiamo a capofitto nel traffico cittadino di Los Angeles che è veramente un caos, soprattutto perché (Chiara e Fabio ci spiegheranno poi), è possibile sorpassare da ambo i lati (quindi ti passano sia a destra che a sinistra) e soprattutto ai semafori, se non diversamente indicato, è possibile svoltare a destra anche con il rosso. Raggiunta Hollywood Hills, Chiara e Fabio ci danno il benvenuto a casa loro e ci offrono un’ottima e abbondantissima colazione accompagnata da un caffè con la moka che non vedevamo da un bel po’.

Death Valley

Più tardi ripartiamo per la Death Valley, un maestoso deserto di cui, grazie alla mia pressione bassa di natura, vedrò appena le prime 10 miglia per poi iniziare a non stare più in piedi dal caldo. In quelle 10 miglia però facciamo in tempo a fermarci per una merenda in una tavola calda in pieno stile anni ’50, dove tutto stato riprodotto fedelmente, compresa una indicazione: “c’è la possiamo fare” nel bagno delle signore sopra il fasciatoio (in quello dei maschi c’erano indicazioni del tipo “fai centro, falla dentro”). Caricato il cadavere di Bruttone nel bagagliaio di Bronco (tra bere acqua coi sali minerali, fare la pipì, fare la pupù, avere i mancamenti e ogni altra emissione corporea, faceva un tantino angoscia averlo di fianco), io (Pollo) prendo finalmente i comandi di Bronco e a tutto cannone (si fa per dire), inizio l’attraversata desertica.

…come avrete capito c’è stato un cambio di narratore (Pollo) causa malesseri intestinali che hanno offuscato la visuale dell’accaduto a Bruttone. Durante il tragitto Bruttone Broncio (per distinguerlo da Bruttone il surfista) se n’è stato per lo più in posizione svenimento con i piedi in alto e le mie salviette struccanti a portata per rinfrescarsi il viso e i piedi (ovviamente dopo mi sono accertata che le avesse buttate via).

diner anni 50
camper

Abbiamo attraversato paesaggi maestosi, da dune che parevano sabbiose (in realtà erano roccia coperta da sassolini finissimi color sabbia) a montagne in cui la loro formazione le fa apparire con strisce di marroni diversi. Alla fine del pezzo di strada più duro (la Death Valley) ci siamo fermati nel primo ridente paesino per far respirare Bronco e prendere qualcosa di fresco da bere. Per essere sicuri di non sovraccaricare il motore infatti, durante la traversata abbiamo spento l’aria condizionata e ci siamo sorbiti il caldo con un po’ di finestrino abbassato. Il paese era composto da una tavola calda, un benzinaio chiuso nel ’45 e…una casa???forse! Non facciamo in tempo ad entrare che Bruttone chiede subito dove si trova il bagno e sparisce per circa un quarto d’ora.

street america
Death Valley street

Nel frattempo io prendo posto nel bancone dove ci sono diverse sedute e faccio due chiacchiere con la cameriera mentre di sottofondo si sente il cuoco litigare pesantemente al telefono con qualcuno. La ragazza mi dice che la temperatura oggi si aggira intorno ai 100°F (cioè più o meno 38°C), ma siamo fortunati perché ieri c’erano 120 °F (poco meno di 50°C) che poi un temporale ha fatto abbassare. Il temporale non è stato di acqua ma di vento e sabbia!! Quando Bruttone-Broncio torna, io ordino una coca cola e lui un the. Ci vengono portate le bevande dentro un barattolo della conserva, dove probabilmente una volta mettevano il whisky di contrabbando, ripieni fino all’orlo di ghiaccio fine fine (sembravano le granite del chiosco di San Zeno). Io assaggio la mia coca cola tutta soddisfatta ma Bruttone-Broncio non riesce ad affrontare il suo the che dopo due minuti decide di abbandonare, insieme a me, per andare ad aspettarmi in camper (Bruttone, a sua discolpa, sostiene che fosse the freddo fatto con le bustine). Finita la mia coca cola, pagato e chiesto scusa alla cameriera raggiungo i due Bruttoni su Bronco: ne trovo uno sorridente che balla e l’altro in posizione da donna incinta con le gambe gonfie e le nausee mattutine. Nuovo cambio di narratore, esce Pollo ed entra Bruttone-Broncio Così, tra uno sbuffo e l’altro, Pollo, Bronco e io arriviamo nella cittadina di Parhump dove la nostra prenotazione non era stata segnata da una dipendente un tantino stordita (che infatti è stata licenziata un mese fa). Per fortuna il campeggio ha posto e un paio di simpatici nonnini ci aiutano pure a far manovra per sistemare Bronco nella piazzola.

A domani con nuove ed entusiasmanti avventure.
Pollo & Harry the surfer & “il cadavere” di Bruttone