Abbiamo attraversato poi in auto il parco naturale di Beacon – Brecon in Galles (abbastanza uguale a quelli già visti, ma per la prima volta senza cavalli e con dei laghi con addirittura dei coraggiosi pescatori dentro) per raggiungere il triste paesino di Hay on Wye. In sto paese di 100 anime (al massimo), presi dalla fantasia hanno aperto una trentina di librerie, ognuna specializzata in qualcosa di diverso (libri usati, letteratura inglese, gallese, scozzese, come nutrire il tuo pollame, etc…).
Così abbiamo speso un’oretta a girovagare per le varie librerie, non trovando nulla di interessante. Rimontati in auto, ci siamo allungati fino a Hereford, città famosa per due cose: il sidro, e la prima mappa del mondo del 1200. Parto dalla seconda, questa “mappa mundi”, è praticamente un cerchio di pelle di pecora, sul quale un monaco ha disegnato la cartina del mondo al suo tempo basandosi sulle indicazioni dei marinai (che visto il risultato dovevano essere ubriachi di brutto, anche perché a Hereford il mare non c’è, e il porto più vicino sarà a 60 km). Risultato ottenuto una roba incomprensibile, dove, solo per far un esempio, Cipro è disegnata come un’isola quadrata in mezzo ad un fiume (considerare che chiedono 6 sterline a testa per vedere ‘sta “opera d’arte”).
Per consolarci della delusione, siamo andati al Cider Museum che secondo la nostra guida doveva avere vicino la relativa birreria con assaggio di sidro. Anche sto giro buco nell’acqua, ma la gentile signora della biglietteria ci da una mappa con tutte le distillerie di sidro della zona e c’è ne consiglia una. Considerato l’andazzo della giornata, decidiamo di scegliere di testa nostra e così ci infiliamo nell’ennesima stradina strettissima che finisce in una fattoria. Parcheggiamo vicino a quello che sembra un trasporto cavalli dove scopriamo un tris di maiali, molto curiosi. Ma non siamo lì per il suino, siamo lì per il sidro.
Attraversiamo il parcheggio e i cartelli ci mandano in uno scantinato dove si presenta la seguente scena: scantinato lungo sei metri, largo 4, alto 2 e 10; persone presenti oltre noi 3 uomini di cui, uno anziano, uno di mezz’età normale, ed un terzo di età indefinita tra i 40 e gli 800 con i rasta lunghi fino alle ginocchia. Dall’aspetto e considerando che sono le 4 del pomeriggio, i tre hanno già buttato giù un minimo di 3 litri a testa di sidro. Il nonno si accorge che siamo entrati e senza chiedere nulla ci rifila un bicchiere grande di plastica in mano riempito fino a metà di sidro: gusto pervenuto, misto calzini dopo partita di calcetto d’estate e antigelo. Fosse stato solo quello… quando si accorge che non era del tutto di nostro gusto, ci toglie il bicchiere dalle mani, getta fuori (dove capitava) il contenuto e ce lo riempie di un’altra tipologia di sidro. Il peggio è arrivato quando ci ha guardato e ci ha spiegato che per migliorare l’esperienza organolettica del sidro, è possibile mescolare tra loro diverse tipologie (secco, meno secco, gasato, meno gasato, totale bottiglie sul tavolo 12…): il gusto risultato cambia di poco, sempre calzini usati e acqua di sciacquo dei piatti.
Ringraziamo dell’esperienza, acquistiamo le due tipologie più buone e torniamo a salutare i maiali (anche se ho dei dubbi su cosa ho comprato, una roulette russa con dodici bottiglie diverse e dopo una roba come 7 bicchieri di sidro a stomaco vuoto, probabilmente ho preso quello che sa di calzini…). Per finire la giornata, considerando il freddo, mangiamo in tenda e mettiamo le pentole sporche fuori, per scoprire poco dopo che la nostra cena piace molto anche al cane dei vicini che han dovuto fare del loro meglio per poter richiamare il cane all’ordine (e riportarselo in roulotte, il cane voleva entrare in tenda ed essere adottato).
Domani si cambia di nuovo area e probabilmente si gira un po’ di Galles (tempo
permettendo, in serata ha tirato il vento e ha ripulito il cielo).
Bruttone “ma che gusto è???” Pollo “a me fa schifo…”