dell'Abazia di Glastonbury
Giorno 7

Camel Trophy

Al titolo ci arrivo tra un attimo. Stamattina abbiamo smontato la tenda e abbiamo deciso che Exeter non meritava di essere vista, e quindi ci siamo diretti verso nord direzione parco naturale di Exmoor che in teoria dovrebbe presentare una grossa diversità di animali. Di animali, abbiamo visto al massimo degli strani allevamenti di fagiani con dei recinti talmente insulsi che per strada mettono addirittura i cartelli “attenzione fagiani sulla strada” e non si riferiscono ai vecchi col cappello che vanno piano (che sono abbastanza una rarità qui, dato che normalmente, tutti corrono).

Invece con la scusa di attraversare il parco in auto, che “tanto è uguale all’altro”, pensavamo, abbiamo imboccato una strada larga quanto l’auto che ad un certo punto è sbucata su un torrente largo due volte la lunghezza dell’auto con un ponte medioevale a fianco, largo meno di una smart.

parco naturale di Exmoor guadare un fiume con l'auto
parco naturale di Exmoor guadare un fiume con l'auto

Descrivo brevemente la scena perché merita. Stiamo arrivando piano piano lungo sta strada con alte siepi parte per parte e chiusa sopra da alberi che si toccano, quando vediamo sto quadretto: sulla destra il famigerato ponte pedonale a schiena di asino, un albero ai suoi piedi, panchina con vecchi in versione guardo i lavori stradali, strada asfaltata che si tuffa nel torrente, ulteriore vecchio con nonnina sul passeggero in mezzo alla strada che chiede indicazioni.

Come prima cosa penso di tornare indietro e di fare un’altra strada, quando arriva lo sborone locale con gippone che guada il fiume a tutta birra, producendo uno tsunami che quasi lava i nonni sulla panchina che ringraziano sentitamente. Intanto il vecchio in auto si fa coraggio e prova ad attraversare. Io penso: “se ce la fa lui con sta Honda modello ruggine del ’69, ci provo anche io. Se affonda, peccato”.

Pollo smonta con la scusa di “ti faccio una foto”. Il nonno in auto ce la fa. Pollo piazza scommesse con i vecchi sulla panchina e mi fa segno di attraversare. La sfida è tra me, il furgone carico di tutta la nostra roba e la natura selvaggia. I vecchi sulla panchina mi guardano in faccia e iniziano a ridere di gusto. Ok, si và! Metto la prima, mollo la frizione e mi inabisso nelle acque tumultuose, scoprendo che un genio ha creato una strada di cemento grezzo sul letto del fiume che quindi ti permette di andare si a fondo, ma di non trovarti l’acqua a metà portiera.

Riemergo vincitore dai flutti sommerso dagli applausi dei nonni che hanno perso la scommessa ma plaudono il gesto atletico. Pollo raccoglie la scommessa vinta, saluta, attraversa il ponte e rimonta in auto.

dell'Abazia di Glastonbury
dell'Abazia di Glastonbury

Arrivati sani e salvi a Glastonbury, scopriamo che sono spariti i panini. Accusando i vicini giovani dall’aspetto poco raccomandabile del campeggio ci dirigiamo verso il primo fish & chips che troviamo sulla strada per gustare un meraviglioso bastoncino del Capitan Findus gigante e un mezzo camion di patatine fritte. La visita ai resti dell’Abazia di Glastonbury, prosegue al seguito di una donzelletta vestita in abiti medioevali con cuffia in testa, entusiasta delle prove del concerto metal che si teneva la sera li vicino e dal tentativo di resuscitare i resti di Re Artù e Ginevra sepolti lì un tempo, a suon di rutti dovuti al leggero pasto. Per completare l’opera, stasera ci siamo arrampicati fino alla Foresta di Dean alla ricerca della spada di Godrich Grifondoro per distruggere un Horcrux (vedi libro 7 di Harry Potter – scherzi a parte, cartina alla mano, esiste ai bordi della foresta un Godrich Castle).

Glastonbury
Glastonbury