isola di Skye
Giorno 13

Non ci sono più i cartelli di una volta

Ciao a tutti,
Come ripromesso al mio coricarmi, stamattina son sceso per la colazione, carico come non mai, con la ferma intenzione di mangiarmi anche la gamba del tavolo. Il proprietario di casa, mi viene dietro chiedendomi se la colazione la preferiamo ``cotta``…in pieno stile Bud e Terence, gli rispondo ``porta, porta``. Arriva così la famigerata colazione inglese: pancetta, ovetto al tegamino, pomodoro alla griglia e fungo alla griglia. Scatta subito la contrattazione con la Pollo per rifilarle il mio ovetto e mangiarmi la sua pancetta che va a buon termine.

Ma non faccio tempo a deludermi per la pochezza del piatto della colazione calda, che arrivano nell’ordine: succo di mela, succo d’arancia, the, latte, zucchero, burro, burro salato, marmellata di arance, marmellata di fragole, pane bianco, pane integrale, pane integrale tostato, panini, fiocchi d’avena, acqua e i famigerati scones. Già conosciuti in una nostra passata avventura in territorio inglese, questi panini al burro ripieni di uvetta, hanno calorie sufficienti per un marines in missione al circolo polare artico. Alla fine mi alzerò dal tavolo (o meglio verrò portato via) con in corpo: 3 fette di pancetta (due mie più una ottenuta al mercato nero in cambio dell’uovo), tazza di the, 2 bicchieri di succo d’arancia, pane tostato con burro e marmellata, pane tostato con burro salato, 3 funghi grigliati, 3 pomodori grigliati, boccone di ovetto (si sa, “ogni lustro cambia gusto”, ma mi fanno ancora orrore), 3 e ripeto ben 3 scones, ripieni di burro e marmellata d’arancia, marmellata d’arancia e vuoto il terzo (che a sera è ancora lì che combatte una guerra campale con la pancetta per chi resta sullo stomaco) e per finire un sano bicchiere di acqua (che fa bene). Di quello che non ho mangiato io, Pollo, non ha lasciato testimoni, quindi al nostro alzarci dal tavolo, rimanevano le sedie e poco altro…

Leggermente appesantiti, ma pur sempre con della brillantezza, ci siamo allungati per la meravigliosa isola di Skye che ci regala un tempo decente (almeno non piove) a vedere il vero castello del clan Mc Leod. Poi sempre lungo l’isola, alla ricerca del famigerato “puffin” (non noto piccione vestito da pinguino con becco arancione da pappagallo…animali avvistati zero, rimane solo il coro “solo puffin ti darà forza e grinta a volontà…).

Così tra una spiaggia e l’altra, compare il cartello di una distilleria che la guida turistica da come imperdibile. Già esperti della produzione del prodotto locale e volendo evitare inutili storie, ci fiondiamo direttamente sugli assaggi gratis per un nuovo giro di roulette russa…sto giro 4 bicchierini che fanno da contraltare ad una ignoranza senza fine in materia. Che dire, guidati dal motto materno “eh cosa fai lo lasci lì? pensa ai bambini africani che non hanno niente”, al terzo bicchiere abbiamo avuto le prime apparizioni di numeri del lotto che abbiamo prontamente giocato.

isola di Skye
isola di Skye

Sfortunatamente io devo guidare, quindi Pollo è stata caricata come un sacco di patate in macchina (incastrandosi tra le due file di sedili nel tentativo di prendere un non ben specificato “quella roba lì che ho messo sul sedile dietro”…si risveglierà tre ore dopo in terraferma non ricordando nulla…).

A sera, ci siamo infilati in un campeggio poco lontano da Inverness per poterci lanciare domani alla scoperta delle Highlands nordiche; considerata la colazione e la merenda, la scelta per la cena è stata guidata dal benessere e dal “mangiamo qualcosa di sano”…prima del tre per due sulla pancetta…così nel piatto è arrivato patate, cipolla, pancetta, piselli e insalata.

A domani (se non ci viene un infarto prima).