Durante la conversazione scopriamo due cose: anche qua si prendono in giro tra inglesi del nord e del sud (quelli del nord considerano quelli del sud snob) e che gli accenti cambiano come se piovesse. Infatti dopo due settimane in Scozia il nostro orecchio si è abituato ad ascoltare e parlare con un accento che qua al centro non capiscono e noi non capiamo loro, il che genera una serie di fraintendimenti assurdi con ulteriori battute. Altra cosa che abbiamo scoperto è cos’è il black pudding. Sempre visto al supermercato, questa salsiccia rossa scura grande quanto un salame è usata tipicamente a colazione, fritta e servita insieme alle uova; per nostra sfortuna il barista irlandese ne ha un pezzo ed è così infame da farcela assaggiare: gusto pervenuto calzini aroma mortadella. Così prese altre due birre per cambiare il gusto all’apparato digestivo (la offrono, vuoi che facciamo brutta figura a non finirla…), andiamo a nanna e stamattina, dopo aver scoperto che la nostra tenda galleggiava su una pozzanghera enorme grazie alle piogge dei giorni scorsi, la smontatiamo e baciati dal sole mattutino partiamo.
Prima fermata…fabbrica di ceramiche…il nome traeva un po’ in inganno perché parlava di fabbrica di teiere, ma noi convinti fosse un gioco di parole misto a humour inglese (che dopo l’esperienza di ieri sera, riusciamo a capire ancora meno) ci entriamo. In realtà il cartello non mentiva e questi fanno veramente solo teiere. E di tutti i tipi: normali, a piramide, a forma di zaino, camper, roulotte, macchina, camion, juke box, radio anni 30, televisione, elicottero, nave, cucina economica, gatto, cane e tutte addobbate di mille dettagli. Entusiasti da questa scoperta, siamo presi dall’irresistibile desiderio di comprarne cinque, ma siamo improvvisamente arrestati dal prezzo decisamente eccessivo.