Giorno 14
Ponte di Øresund - Tra Danimarca e Svezia
Ieri sera finito di scrivere e tornando verso la nostra tenda, notiamo una bandiera della pace su un'altra tenda, ma senza la scritta pace (color arcobaleno, non trovavo il termine). Collego questa bandiera con un'altra che al mattino avevo visto issare sul tetto dell'università; l'ultimo indizio per capire, me lo danno i proprietari della tenda...la sera qui fa frescolino (giriamo con la felpa intorno e alcune sere con pantaloni lunghi e giacca), mentre questi erano a petto nudo e con degli improbabili occhiali in testa. Al che mi ricordo che questa è una città parecchio più aperta e una rapida lettura della guida mi dà la svolta (oltre alla canzone YMCA che arriva in lontananza); a metà agosto c'è il Copenhagen Pride (tipo Gay Pride, ma con appuntamento fisso).
Stamattina sveglia buon’ora per smontare la tenda ed andare a vedere l’ultima cosa interessante che non era comunque inclusa nella Copenhagen Card: una corvetta da assalto, una fregata da guerra e un sottomarino. Per arrivare a queste tre navi, avevamo poche indicazioni e la segnaletica ci ha portato prima praticamente davanti a Christiania (quartiere dove vendono il fumo), poi all’interno di una base navale (completa di gruppo di ragazzotti che facevano gli esercizi) dove prima UNA sommergibilista (una ragazza, della nostra età), ci ha portato dentro al sottomarino (in secca e con qualche apertura in più per far entrare i turisti), poi un marinaio dentro la corvetta e per finire un signore anziano ci ha descritto l’ultima nave che era lunga più di una cinquantina di metri e con ben 7 ponti. Anche se tutte e tre le navi son state costruite negli anni 70 (quindi sono ampiamente fuori servizio da almeno 10 anni), è stato molto bello vederle spiegate da chi ci aveva lavorato sopra. Pensavamo che questa visita ci avrebbe portato via meno tempo, ma alla fine abbiamo finito di salire e scendere scalette ripidissime alle 2 e ci siamo messi in marcia per raggiungere la Svezia.
Il famigerato ponte che collega le 2 nazioni, non è veramente lungo 20 km, ma probabilmente solo 7 o 8 (comunque notevole vedere passare sotto di te un treno e una petroliera); la prima parte è un sottopasso fino ad un isolotto usato per costruire il pilone. Arrivati in Svezia, scopriamo che il ponte costa praticamente più di 4 euro a km percorso (più del gasolio impiegato per attraversarlo), e delusione delle delusioni, la Svezia, pare la sorella povera della Danimarca (o almeno così pare Malmo). Edifici brutti tipo palazzoni di cemento, poca gente o praticamente nessuno che parla inglese e poca roba da vedere.
Delusi dal giro a piedi per il centro, riprendiamo la strada verso la nostra prossima meta, re-insultiamo l’intera famiglia, compresi i parenti alla lontana, di tutti coloro che hanno voluto, progettato e costruito il ponte, per il costo del pedaggio, e verso le 7 raggiungiamo una preoccupante strada tipo Parigi – Dakar verso uno sperduto campeggio.
Una volta arrivati c’è un grande cartello (almeno 2 metri per 3) che indica di suonare ad un citofono. Suoniamo e un signore ci spiega quanto costa, dopo aver accettato ci dice che arriva a prenderci… passano i minuti e non si vede nessuno…fa tempo a montarci il panico e a venirci il dubbio di dover cercare altrove, quando da dietro un albero sbuca prima uno scoiattolo e poi, come una moderna Biancaneve, un signore di mezz’età uguale a Babbo Natale senza la barba che ci introduce in un gran bel campeggio.