Ayers Rock alba
Giorno 13

Centro Addestramento Animali Red Center

Stamattina, sveglia all'alba delle 6 per vedere il sole sorgere e illuminare di rosso il sasso che spunta dal deserto. Così, saliti in auto con l'allegra temperatura di -3, ci dirigiamo a tutto fuoco verso il punto di osservazione per fare delle foto. Rispetto al caos da aperitivo in centro che c'era ieri per il tramonto, l'alba è uno spettacolo per pochi intimi; così alle 7:10 a sole alzato, decidiamo di andare a fare il giro del sasso a piedi: 10,6 km per sgranchire le gambe.

Ayers Rock alba
Ayers Rock

Essendo suggerito di non scalare il sasso per non offendere la religione aborigena (per loro il sasso è sacro e solo gli anziani, tipo a Natale, possono salire. Tanto i cinesi ci salgono a frotte solo per farsi la foto), iniziamo l’avventura, cercando di vedere qualche lucertolone del deserto, qualche canguro, qualche wallaby, qualche animale di sorta: quando ecco all’improvviso ci si avvicina una coppia di cani. “…Ma guarda…” penso io, “…e c’è scritto di non portare i cani, e questi li lasciano pure allo stato brado, senza guinzaglio e senza neanche collare…se poi li perdono???”.

La coppia di bestie, passa e va per i fatti suoi, e dopo altri 5 km dei padroni neanche l’ombra, così preso dal dubbio chiedo a Pollo:
“ma secondo te erano randagi?”.
Risposta: “ma se erano Dingo…”.
Io: “ma no dai, il dingo è più simile alla iena, cioè, due cani, da soli, nel deserto vedono noi, coi panini nello zaino… minimo minimo ci sbranano”.
Lei: “Eh infatti..abbiamo rischiato”.
Io: “e stavo anche per fargli le coccole…”.

Centro Addestramento Animali Red Center
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Finito il giro del sasso, tolti i 5-6 kili di sabbia rossa dalle scarpe, ci avviamo verso Kings Canyon, dove è prevista la vista del canyon al tramonto. Quando a 20 km dall’arrivo un cartello attira la nostra attenzione “Quad Ride” (giro sui quad).

Decisione immediata: si fa! Così mezz’ora dopo siamo avvicinati da un improbabile ragazzotto locale, con addosso più polvere che altro che ci spiega i rudimenti della tecnica, e di stare attenti ad eventuali cammelli. Così partiamo e dopo mezz’oretta di giro, ci si ferma per riposare un po’ (infatti sto “deserto”, è pieno di tronchi, erba che punge, ma soprattutto sassi).

Così, un po’ incuriosito dalla raccomandazione chiedo lumi circa i cammelli. Matt ci dice che sono stati importati, e qualche allevatore, ha poi chiuso il ranch (quello in cui abbiamo fatto la scorrazzata è largo più di 100 km quadrati) e i cammelli son diventati selvatici, così loro vanno in giro liberi per le proprietà, fino a quando non superano un recinto e i proprietari c’è li chiudono dentro per poi venderli (qua il cammello si mangia, Matty, il ragazzotto, ci dice che sa grossomodo di mucca).

Kings Canyon Quad
Kings Canyon Quad

Rotto il ghiaccio e presa un po’ di confidenza, ci racconta il metodo di “caccia” alle mucche (che vagano libere per il ranch), che sembrano stupide, ma ogni tanto si girano e ti prendono a cornate il quad, e il metodo di addestramento dei cammelli per poi fare le gite (“noi non picchiamo gli animali, è sbagliato, ma coi cammelli è semplice… basta tirargli una bella manciata di terra in bocca e capisce).

Così il giro finisce con la visita alla pista di atterraggio dei flying doctor (Matty:”eh se per caso vieni morso da un serpente velenoso, tu li chiami, ma nella maggior parte dei casi, ti dicono di metterti comodo, che non riescono a passare”), e con la visione di una mandria di cavalli selvatici (Matty:”dev’esserci la recinzione rotta da qualche parte… beh meglio, domani prendiamo i cavalli e li vendiamo”).